Il mio Mandala … tutto è iniziato da qui

MANDALA MIO

“Alla ricerca di nuove armonie” – G.Costa – pennarello su cartoncino

Il mio incontro con il Mandala è stato un colpo di fulmine: un guardarsi reciproco ed un innamoramento istantaneo.

Sono rimasta incantata e imprigionata dai colori e dalle forme dei vari disegni che in una successione armonica di vuoti e pieni racchiudono il centro della figura.

Quel centro o “bindu” che rappresenta il passaggio che schiude la porta verso la parte più intima di noi stessi dalla quale spesso ci allontaniamo proiettandoci troppo all’esterno, dimenticando di “ascoltarci”.

E’ iniziata così la mia storia con il Mandala, un percorso fatto di studio, di disegni, di riflessione che durante gli anni mi ha portata a srotolare, sciogliere riannodare, il filo della mia esistenza fatta di contraddizioni, luce, ombra, vuoti, pieni, esaltazione e sofferenza, seguendo il ciclico fluire delle stagioni e il ritmo di contrazione ed espansione del mio respiro.

Una strada molto spesso in salita, altre volte in rovinosa discesa verso luoghi bui senza apparenti vie di uscita, ma il Mandala è stato come il gomitolo nel Labirinto di Cnosso: ogni disegno rappresentava un piccolo passo verso il mio “centro”, una maniera per ricontattare quell’energia, dispersa in tante battaglie inutili perchè non consapevoli, che mi è servita per pulire dai detriti e portare alla luce le risorse, di cui ogni essere umano è fornito, per affrontare finalmente in faccia “il terribile”, stare a mollo nel dolore, entrarci, sapendo che è la sola via per lasciarlo alle spalle. Compiere fino in fondo il processo di liberazione che consiste appunto nell’evocare, sperimentare, com-prendere, cioè “prendere con sè” per poi reintegrare e unificare.

Un viaggio dunque che partendo dal centro ritorna al centro perchè è da lì che irradiano i fantasmi e i mostri della nostra coscienza ed è soltanto dalla loro fonte che possono essere riassorbiti, ed è dal centro che sboccia un nuovo inizio: il fiore del Sè, inteso come ESSERE al mondo, gioia di vivere, fiducia in sè, divenendo quello che si è.

Da qui la voglia di far conoscere agli altri il grande potere autorigenerativo del Mandala ….

Tutto questo l’esordio di quello che poi sarà il Mandala-Evolutivo(c), la sistematizzazione di quello che è stato il mio percorso di crescita personale … un Pollicino che Mandala dopo Mandala ritrova la via di casa .

Il viaggio di un “eroe” piccino che improvvisamente si scopre potente in grado di sconfiggere il drago delle sue paure e autolimitazioni; sabotaggi più o meno ingegnosi che impediscono l’evoluzione verso quel ben-essere che si conquista passo passo.

E al centro di tutto proprio il concetto di “evoluzione”: ripercorrere gli stessi sentieri con ogni volta nuove consapevolezze che vanno ad arricchire la trama del vissuto di nuovi fili. Una crescita che non ha mai fine ma che arricchisce ogni volta la mia “casa” di oggetti preziosi ……..

Il Diario Mandalico e la “Grande Ruota delle Forme Mandala” (II parte)

la grande ruota

” Il Sè non è soltanto il centro, ma anche l’intero perimetro che abbraccia coscienza e inconscio insieme; è il centro di questa totalità, così come l’Io è il centro della mente cosciente” C.G.Jung

Proseguiamo la comparazione tra la “Grande Ruota” messa a punto da Joan Kellogg e le forme che possono mergere nel nostro “diario mandalico” tra un passo e l’altro del percorso attraverso il Mandala-Evolutivo©.

Stadio7: la QUADRATURA DEL CERCHIO

In questo stadio la tensione degli opposti trova la sua risoluzione. Ci invade un grande senso di autonomia.

Siamo al culmine della “Grande Ruota” dove dall’Essere (curvilineo  e materno) passiamo al Fare (rettilineo e paterno).

Qui comincia  prendere spazio l’Io Posso nato da una ritrovata fiducia in se stessi. Siamo pronti a riconoscerci capaci di intraprendere azioni invece di essere contenitori passivi delle azioni degli altri.

E’ anche lo stadio in cui si completa il distacco dalle figure genitoriali ormai introiettate dentro di noi e si inizia a prendere posizione su quello che sentiamo giusto per noi.

Dal punto di vista grafico i Mandala della “Quadratura del Cerchio” presentano una divisione in quattro.

Le figure che emergono più frequentemente sono croci, quadrati, stelle e fiori con quattro petali che indicano l’integrazione degli opposti e in particolare l’integrazione del nostro maschile con il nostro femminile. Quell’unione di Animus e Anima presupposto per diventare ciò che siamo destinati ad essere.

L’effetto negativo di una mancata integrazione a questo stadio può farci ricadere nella posizione diametralmente opposta: il Vuoto.

Nel percorso attraverso il Mandala-Evolutivo© e di conseguenza nel nostro “diario mandalico” possono emergere simboli simili a questo stadio subito prima, come preparazione, o dopo, come verifica, nel “Mandala dell’integrazione delle polarità”. Nel momento in cui la Luce e l’Ombra che vivono dentro di noi trovano la loro completezza in un diagramma armonico.

Stadio 8: l’IO FUNZIONALE

Questo stadio è caratterizzato dalla precisa presa di consapevolezza del nostro Io; la coscienza individuale ha completato il suo processo. Ora siamo pronti per partecipare attivamente alla realtà cominciando a trasformare le nostre ispirazioni in progetti attuabili.

E’ il momento di passaggio verso la mobilizzazione della nostra volontà e la conseguente assunzione di responsabilità nei confronti della nostra vita.

Per la Kellogg lo stadio 8 “simboleggia il potere dell’uomo” che ritroviamo nei simboli caratteristici dei Mandala disegnati da persone che si trovano a questo punto della loro crescita interiore.

Possono comparire, infatti, stelle a cinque punte e fiori a cinque petali, metafore della figura umana con i piedi saldamente piantati per terra e le braccia stese pronte ad incontrare il mondo.

Nell’iter del Mandala-Evolutivo© possiamo trovare i simboli relativi allo stadio 8 dopo il “mandala dell’Integrazione” dove, una volta conosciuti e com-presi gli aspetti polarizzati che ci distinguono, siamo pronti a Volere e Creare.

In questo contesto può anche prendere forma la sfida che ci aspetta nei passi successivi: trovare l’equilibrio tra gli obiettivi individuali e il mondo in cui siamo inseriti. Quindi, in questo caso, incontrare l’emersione di strutture simili dopo il “Mandala dei desideri – una nuova progettualità”, passo in cui avviene la trasformazione dei “sogni” in proposte e impegni reali.

Stadio 9: la CRISTALLIZZAZIONE

Momento di pace, di completezza e appagamento; nello stadio 9 possiamo arrivare ad una chiara visione del mondo e del nostro posto in esso.

Per la Kellogg questa fase richiama l’età matura della vita, la cui sfida è quella di godere del meglio dei risultati che abbiamo ottenuto imparando il non attaccamento.

Potremmo paragonare questo stadio ad un fermo immagine di un momento “perfetto” da contemplare.

I Mandala della “Cristallizzazione” hanno prevalentemente forme armoniche e vi compaiono un’ampia gamma di colori.

Dal punto di vista dell’organizzazione spaziale hanno un centro e figure che si espandono verso la circonferenza. La costruzione spesso molto complessa ha bisogno di un’accurata esecuzione.

Nel percorso di crescita attraverso il Mandala-Evolutivo© potrebbero affiorare disegni simili a questo stadio un po’ dopo tutti i “passi” come completamento e sedimentazione del processo messo in atto durante il lavoro relativo alla tematica esplorata di volta in volta e come espansione di consapevolezza che porta in figura l’adulto “centrato” in equilibrio tra pensiero ed emozione per un momento di sana ammirazione di sé.

Stadio 10: I CANCELLI della MORTE

Siamo alla fine dei un ciclo. Modi di essere, prima così fondamentali per il nostro vivere, hanno fatto il loro tempo. E’ ora di lasciare andare.

Scrive Joan Kellogg “i Cancellli della Morte rappresentano la morte di contenuti consci obsoleti e il dolore del cambiamento”

La sfida di questo passaggio è quella di lasciarsi alle spalle parti di noi ormai diventate “di troppo” vivendo la tristezza di questo abbandono.

L’interesse è centrato su noi stessi sempre più consapevoli del nostro mondo interiore.

I diagrammi di questo stadio presentano spesso la figura della Croce, simbolo della sofferenza da attraversare rinunciando ad aspetti di noi che, pur essendo ormai disfunzionali, hanno fatto parte della nostra vita per molto tempo.

A volte potrebbe anche comparire al centro un Triangolo con il vertice verso il basso ad indicare la discesa all’interno di noi stessi alla ricerca di rinnovamento.

Nel “diario mandalico”, supporto al cammino attraverso il Mandala-Evolutivo©, possono apparire le forme di questo stadio dopo il “Mandala del lasciare andare”, il Mandala fatto con la sabbia e l’unico a venire distrutto. Momento di forte commozione per il saluto rituale all’Io che ero.

Commiato che continuerà con il passo successivo “il Mandala della perdita” in cui si sancisce la separazione definitiva di quella parte di noi che ci ha accompagnato nel bene e nel male fino ad ora.

Stadio 11: la FRAMMENTAZIONE

Momento di paura, ansia, confusione, perdita di senso. Il nostro mondo si è infranto, tutto ha perso significato. Sentiamo di essere in balia di forze di cui non abbiamo il controllo.

La sfida di questo stadio è lasciare che il nostro mondo precedente si disintegri. E’ necessario ripercorrere nuovamente l’esperienza della perdita dall’originaria beatitudine come definitiva purificazione per liberarci dal suo ricordo senza esserne più condizionati e rigenerarci completamente.

I Mandala di questo stadio hanno diagrammi simili a torte tagliate a fette, ogni pezzo di un colore diverso, senza un centro ben definito. Oppure ricordano dei patchwork cuciti senza ordine e armonia. I colori tendono ad essere scuri o all’opposto stridenti; spesso il senso di disgregazione è dato dalla stesura delle tinte in modo sovrapposto e pasticciato.

Nel Mandala-Evolutivo© potremmo trovare disegni analoghi a questo stadio della “Grande Ruota” dopo il “Mandala della Perdita” come momento di disorientamento di fronte ad una nuova coscienza di cui non abbiamo ancora il controllo totale.

Ci sembra di non sapere più chi siamo e per un momento pensiamo vani i “passi” fatti fino ad ora. C’è bisogno di ripercorrere la strada nuovamente a contatto con ciò che ci siamo lasciati alle spalle, vivendone ancora una volta il dolore come immersione finale prima della definitiva riunificazione con il nostro Sé.

Stadio 12: ESTASI TRASCENDENTE

Siamo finalmente a casa: l’Io si riunisce al Sé e diventa espressione del suo dinamismo.

La nostra vita psichica si organizza interno a questo nucleo centrale (il Sé) assumendolo come suo unico e vero centro.

Ci pervade la Gioia e l’armonia sentendoci parte di un tutto che fluisce con la sua energia intorno a noi.

La sfida di questa fase è quella di accogliere con gratitudine lo stato di grazia nel quale ci troviamo conservando il seme luminoso frutto di questa esperienza da piantare come nuovo inizio per un ulteriore ciclo evolutivo.

I Mandala di questo stadio, dice la Kellogg, presentano spesso nel centro una fontana, un calice o una coppa che riceve luce dall’alto. A volte il colore, una combinazione di chiaro e scuro, può uscire dai margini del cerchio irradiando all’esterno. E’ il momento della massima espansione dove finalmente possiamo godere e gioire dei nostri frutti.

Nel Mandala-Evolutivo© ritroviamo i simboli di questo stadio dopo il passo del “Mandala della Gioia”, momento di auto-celebrazione e auto-riconoscimento del cammino fatto.

L’individuazione è compiuta, il Sé ha preso il suo posto centrale nell’organizzazione della nostra psiche. E’ la fase dell’accettazione dei “pieni” e dei “vuoti” che fanno parte del vivere pienamente la vita, senza più maschere o evitamenti bensì completamente responsabili del nostro essere al mondo.

Siamo pronti ad incominciare un nuovo ciclo evolutivo che porterà alla “Nuova Forma” che andremo ad esplorare nell’ultimo passo del Mandala-Evolutivo© come conclusione del viaggio ed inizio di un nuovo “giro di giostra” ….

Questa mia comparazione, così come pure la “Grande Ruota”, ovviamente, non deve essere presa alla lettera. Può darsi che la nostra crescita personale non segua esattamente questo ordine e che il confronto tra i vari stadi della “Grande Ruota” e i simboli e le forme che possono emergere tra un passo e l’altro del Mandala-Evolutivo© non corrisponda pienamente.

Può capitare che ci siano dei salti tra uno “stadio” e un “passo”, oppure che si vada avanti e indietro tra le varie fasi del ciclo anche se si procede, invece, nell’esplorazione dei passi del Mandala-Evolutivo©; o ancora che uno stadio emerga più frequentemente nel “diario mandalico” o che un altro non compaia affatto.

Ricordiamo ci che l’ultima parola è sempre quella del protagonista del percorso, colui che incarna l’Eroe in viaggio. E’ lui il solo depositario della verità; i simboli che affiorano nel diagramma sono i suoi simboli emersi per indicargli il suo cammino. Apparsi per rivelargli i movimenti sulla strada per l’individuazione e starà a lui e solo a lui cogliere il profondo significato che essi vogliono trasmettergli.

Noi come agevolatori siamo solo degli umili accompagnatori che con immenso rispetto  scortiamo l’Eroe nel suo viaggio iniziatico di ricerca e conoscenza di sé.

L’evoluzione nel Metodo Mandala-Evolutivo®

EVOLUZIONE

(c)gcosta/2014 – “Evoluzione” – Pastelli a olio su cartoncino

E-volutivo da evolvere= sviluppare, derivato da “volvere”= rotolare più suffisso “ex” fuori.

Partendo da questa etimologia l’idea di Evolutivo porta in sé il concetto di spirale. Si parte da un centro e poi attraverso vari passaggi si procede in senso ascendente ripassando man mano che si avanza, davanti allo stesso passo ad un livello ogni volta superiore.

Il cammino diventa così un divenire sempre più profondo di consapevolezza che porta, chi lo pratica, ad affrontare a livelli sempre più intimi la propria tematica esistenziale.

E-volutivo è anche il processo di individuazione che ci fa passare dalla semplice totalità indifferenziata dell’infanzia ad una separazione ed individuazione sempre più complessa dove, integrate le varie parti polarizzate, arriviamo ad essere non più divisi e quindi pronti a dar vita al nostro progetto di realizzazione.

All’interno del processo di Individuazione troviamo un rapporto dinamico tra l’Io (Coscienza) l’area luminosa al centro della sfera, che per Jung rappresenta la psiche, e il Sé (totalità della psiche) contemporaneamente il nucleo e la globalità della sfera. Una danza che si muove a spirale in cui l’Io si avvicina al Sé per poi allontanarsene.

I movimenti ritmici di questa danza sono riflessi nella struttura del Mandala e i “passi” del metodo sono la strada per poter arrivare ad incontrare il nostro Sé il “centro di gravità permanente” della nostra vita.

E’ così, quindi, che ogni tappa del percorso Mandala-Evolutivo® porta in sé i germi di quella precedente e della successiva.

La “Forma” è come il seme, contiene in sé tutto l’albero futuro, dipende poi dove cade, la qualità del terreno, la sua posizione rispetto al sole e al vento che fa sì che la totalità latente nel seme reagisca per poi agire adattandosi nel modo migliore (creativamente) alle circostanze soddisfacendo, infine, la pienezza della sua unicità.

Nel diagramma inerente questo primo passo troviamo più o meno celati tutti i passi successivi fino al “lasciare andare”, punto di passaggio dove la consapevolezza acquisita diventa momento di scelta su cosa trattenere e su cosa mollare la presa.

Nel “Mandala dell’infanzia” ritroviamo spunti della “Forma”, attuale risultato del viaggio iniziato proprio “lì e allora” e vediamo, in nuce, quello che troveremo nelle “Risorse”. La spinta “attualizzante” di rogersiana memoria che ci ha aiutato nel processo, a volte doloroso e spesso non ancora concluso, di separazione dal nostro passato.

Il “Mandala delle Risorse” è la presa di coscienza di quello che abbiamo, delle nostre parti attive, dei nostri punti di forza. E’ toccare con mano l’immenso tesoro nascosto dentro ognuno di noi, troppe volte bistrattato e sepolto sotto detriti svalutanti che boicottano la nostra crescita.

Introiettare ciò ci permetterà poi di andare con più coraggio incontro alla nostra “Ombra” e affrontare la “Rabbia” e la “Paura” che possono scaturire dal prendere contatto con l’Ombra.

Il “Mandala dell’Ombra” è portare alla luce ciò che è nascosto nella “Forma” e ingaggiare la lotta contro il drago, contro l’indicibile che per paura di non essere accettati nella nostra interezza proiettiamo all’esterno.

Avvicinando l’Ombra recuperiamo parti di noi date per perse, energie dimenticate che possono traghettarci sulle sponde della “Rabbia” e della “Paura” indenni dal pericolo di esserne travolti.

Rabbia e Paura, emozioni culturalmente negative, che in questo viaggio si trasformano in alleate.

Rabbia e Paura intimamente legate, spesso da uno stesso sentire che fa esplodere o implodere l’azione paralizzandoci come sotto un incantesimo in una statua di sale.

Ancora una volta il Mandala con la sua forma contenitiva e rassicurante permette l’emersione di scomodi trascorsi spesso vissuti con colpa e vergogna.

E nel rappresentare la nostra Rabbia e Paura troviamo le anticipazioni di una possibile integrazione.

Finalmente siamo interi!

Quello che nella nostra “Forma” stonava o si nascondeva sotto linee e colori, apparentemente inspiegabili, trova il suo “perfetto” incastro.

Le polarità si incontrano nell’Uno, che non è la somma delle parti ma il suo compimento.

L’Io e il Sé si avvicinano, la persona e ciò che contiene il suo progetto, il seme e l’essenza dell’albero trovano il loro punto di incontro nella realizzazione dell’essere al mondo così some si è. Ciò che siamo è in qualche modo ciò che da sempre eravamo. Il nostro essre è un venir fuori (e-sistere= Ex-sistere, essere come venir fuori).

Il seme dell’albero ha già tutto l’albero in sé, la sua mission è “venire fuori”.

La tappa successiva è il punto di passaggio che segna la nostra riacquisita capacità di scelta.

Ci sono cose che ora non servono più, come la farfalla lascia andare il bozzolo per poter volare per poter essere fedele alla sua natura, noi “lasceremo andare” le nostre armature arrugginite per poter essere quelli che siamo chiamati ad essere.

Il Mandala di questo passo costruito con la sabbia ci porterà attraverso varie fasi ad abbandonare tutti gli impedimenti e le fissità che ci hanno trattenuto nei nostri copioni aprendoci la strada verso il nuovo progetto: diventare noi stessi!

Prima però è necessario un saluto, abbandonandoci alla tenerezza per quello che lasciamo alle spalle. Quella parte di noi che ci ha accompagnato per tanto tempo, che ha faticato e sofferto ingabbiata in convinzioni limitanti che non le permettevano di evolversi.

Ora sciolti i nodi siamo pronti per progettare un nuovo inizio dove finalmente sono i nostri bisogni a dettare legge e i desideri ad accompagnarli nella loro realizzazione.

La soddisfazione per il Sé ritrovato verrà celebrata nel “Mandala della Gioia”, un inno alla vita, alle sue meravigliose contraddizioni, ai suoi pieni e ai suoi vuoti armonicamente raccolti attorno al nostro centro.

Siamo pronti ora per un nuovo “giro di giostra” …..

Quanto sarà cambiata la nostra “Forma”?  ……. Uno nuova spirale si apre davanti a noi … entrarci? una scelta consapevole ….