Metodo Mandala-Evolutivo®: etimologia e filosofia di un percorso

ESSERE

Anche se non possiedi niente, se ti possiedi, possiedi tutto. A.Jodorowsky

“Essere” ©gc/2015
– sulle orme di Jodorowsky –
Scarabocchio meditativo©️ pennarelli su carta

Etimologicamente la parola Metodo deriva dal greco μέϑοδος , dal latino methŏdus, composta da μετα- “attraverso” e ὁδός “via” quindi, letteralmente ” la via per giungere a un determinato luogo o scopo”. Oppure in modo più convenzionale il criterio razionale atto a costituire un sapere sistematico e costituito da una serie di regole tali che il procedimento di indagine sia ordinato, ripetibile, utilizzabile in qualunque situazione ed autocorregibile.
Nel caso del Mandala-Evolutivo® il Metodo designa la “strada tracciata” che seguendo determinati passaggi applicabili ad ogni situazione che richiede un’esplorazione, porta colui che intraprende il cammino a consapevolizzare lo scopo del suo essere al mondo diventando quello che è.

Evolutivo dal latino “volvĕre” – svolgere, rotolare – più il suffisso “ex” – fuori , quindi “rotolare fuori” – “srotolare”.
I vari passi costituiscono il dipanarsi del “gomitolo” rappresentato dal 1° passo quello della “Forma”.
partendo dalla nostra Forma ripercorreremo con un movimento di espansione le vie che raffigurano il nostro paesaggio interiore cogliendo, ad ogni passo, con cuore e mente aperti, le varie possibilità di crescita.
Muovendoci dal nostro centro, luogo ove tutto nasce, per arrivare nuovamente al nostro centro, luogo ove tutto ritorna portando con se l’integrazione delle nostre parti non più divise bensì raccolte in un tutt’uno armonico e Unico.

Veicolo per questo viaggio di scoperta il “Manda-la, contenitore primigenio della nostra Sacra Essenza, utero autorigenerativo, vaso alchemico dove avviene la trasmutazione del nostro piombo nell’oro della nostra auto-consapevolezza.

La Vision e la Mission sottese ai 12 passi del percorso rispondono al desiderio insito di ogni essere umano di scoprire “chi sono?” – “da dove vengo?” – “dove vado?”.
Domande esistenziali che costituiscono il substrato di ogni vita.
Il Metodo, pur non fregiandosi del titolo di Risolutore di ogni nostro affanno, vuole essere l’inizio di un processo di presa di coscienza del nostro essere al mondo e della nostra responsabilità di questo essere al mondo con le Unicità che ci contraddistinguono.
E come in ogni viaggio alla scoperta di sé che si rispetti, il Metodo ripropone lo schema mitico del Viaggio dell’Eroe: il cammino che ogni Eroe compie per raggiungere l’autorealizzazione, trovando il Tesoro del vero Sé.
Ogni Eroe sa bene che non si può ottenere il Tesoro se prima non si è disposti ad affrontare il DRAGO, rappresentato dalla propria Ombra da qualsiasi problema, da qualsiasi ostacolo che cerca di sviarci dalla via verso la nostra autorealizzazione.
Il fine ultimo del Combattimento contro il Drago è la Liberazione della FANCIULLA prigioniera, ossia l’incontro tra il Maschile e il Femminile.
E’ quel delicato processo di differenziazione e separazione dal legame primario. Tagliare quel cordone ombelicale che può portare con sé Rabbia e Paura .
E’ acquisire la capacità di portare dentro di noi la Luce e l’Ombra superando la separazione che nasce dalla polarità
L’Eroe deve essere disposto a discendere all’inferno per affrontare i Demoni, perchè è lì che si trova il Tesoro. Il TESORO rappresenta la ricompensa per il coraggio di aver intrapreso il cammino e di aver affrontato l’Ombra, è il recupero dei nostri talenti, la consapevolezza delle nostre capacità e del nostro potere. É anche lo strumento per riconquistare il Trono e il Regno.
Il REGNO è la nostra vita, qualunque essa sia, e noi ne dobbiamo diventare i Re e le Regine, i padroni, i comandanti, i gestori, assumendocene tutta la responsabilità.
I vari passi del Metodo Mandala-Evolutivo® ripercorrendo metaforicamente il Viaggio dell’Eroe ci portano a contattare le contraddizioni delle nostre polarità per giungere all’integrazione delle nostre parti.
Fermarsi e ri-comporsi intorno al proprio centro (Sé) per poter, finalmente interi, perseguire la strada verso la nostra piena realizzazione.

Valido alleato nel cammino sarà il Simbolo contenuto entro il diagramma mandalico che porterà con sé ad ogni passo il messaggio di “ciò che è ora” – le “radici originarie” – “lo scopo”, ciò che amplia la comprensione e va oltre, favorendo così l’elaborazione del passo.

Il viaggiatore, poi, nel suo percorso, sarà accompagnato da una guida, l’Agevolatore, che si servirà della metodologia maieutica del Counseling, nel suo modello Rogersiano e Gestaltico, per facilitare ulteriormente i vari passaggi.

 

 

 

 

Il Mandala-Evolutivo(c) come strumento nella relazione d’aiuto

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Disegno di Paola Franceschelli

L’espressione “relazione d’aiuto” è un modo delicato per indicare un intervento di supporto allo sviluppo del sé, alla comprensione delle proprie motivazioni e predilezioni.

La parola “aiuto” inclusa nell’ espressione “relazione d’aiuto” assume un significato pedagogico, indica l’impegno profuso da colui che reca aiuto per sviluppare nell’altro la consapevolezza di sé ed aiutarlo nell’emancipazione dai condizionamenti che lo rendevano prigioniero delle aspettative degli altri. L’aiuto si orienta in direzione dell’ autonomia dell’altro.

“Non ti dò il pesce, ma la canna da pesca, e ti insegno a usarla,  perché tu possa pescare da solo” Ken Powell

Si ha relazione d’aiuto quando vi è un incontro tra due persone di cui una si trova in condizioni di:

sofferenza/confusione/conflitto

ed un’altra persona invece dotata di un grado «superiore» di:

adattamento/competenze/abilità

rispetto a stesse situazioni o tipo di problemi da fronteggiare

Se fra queste due persone si riesce a stabilire un contatto (una relazione) che sia d’aiuto …. Allora è probabile che la persona che sta in difficoltà inizi qualche movimento di: maturazione/chiarificazione/apprendimento che lo porti ad avvicinarsi all’altra persona e a rispondere in modo più soddisfacente al proprio ambiente e a proprie esigenze interne ed esterne.

Elemento centrale che deve essere presente perché si fondi la relazione d’aiuto è la fiducia che si crea proprio all’interno della relazione.

La fiducia permette di sperimentare un sentimento talvolta mai provato.

L’acquisizione della fiducia in sé permette l’inizio o il consolidamento del processo di crescita e superamento del bisogno da parte della persona.

La fiducia va costruita tramite autenticità, disponibilità all’ascolto, coerenza tra parole e fatti. Essa apre la strada alla costruzione della relazione d’aiuto.

La relazione d’aiuto non è amicizia ed implica responsabilità diverse, si realizza in un contesto professionale. Il compito di guida e controllo della relazione è dell’operatore. Due mondi che si incontrano, l’operatore raccoglie gli aspetti dello scambio e li restituisce perché la persona li riordini: l’operatore conosce e la persona riconosce, mentre i due si avvicinano ad una relazione autentica.

L’operatore deve centrare la relazione sull’utente e non vincolarla al proprio sé. In questo senso le responsabilità sono diverse sia nella costruzione che nel mantenimento della relazione: la relazione rimane ancorata all’utente, è l’agevolatore che si prende cura dell’altro, la relazione è asimmetrica, il contesto rimane professionale.

E’ importante che l’agevolatore, qualunque esso sia, sviluppi delle capacità relazionali che gli permettano di “entrare in relazione”, di “sviluppare un rapporto” con l’utente esprimendo attenzione, partecipazione, empatia.

Parallelamente è’ importante mantenere un contesto professionale e quindi asimmetrico che permetta di osservare la situazione senza invischiarsi e confondersi con essa, evitando la fusione affettiva e il completo coinvolgimento emotivo, senza per questo scivolare nella superficialità.

Gli elementi professionali (professionali in quanto non spontanei, da acquisire e governare) che favoriscono la relazione d’aiuto sono:

  • partecipare in modo cosciente;
  • avere un atteggiamento empatico:
  • affiancare la persona per la sua autodeterminazione;
  • fare da specchio. Restituire le riflessioni proprie e degli altri per aiutare la persona a riflettere sull’immagine che dà agli altri.
  • accettare senza giudicare;
  • ascoltare più che parlare: attraverso l’ascolto attivo si comprendono i bisogni ed i problemi delle persone .

La relazione d’aiuto è di per se stessa «evolutiva», permette a chi è aiutato nel crescere nella consapevolezza di sé, di scegliere di migliorarsi e di ampliare la propria visione degli altri e del mondo

Il Counseling è una relazione d’aiuto, per me anzi, è La Relazione d’Aiuto!

“è un’attività il cui obiettivo è il miglioramento della qualità di vita del cliente, sostenendo i suoi punti di forza e le sue capacità di autodeterminazione. Il counseling offre uno spazio di ascolto e di riflessione, nel quale esplorare difficoltà relative a processi evolutivi, fasi di transizione e stati di crisi e rinforzare capacità di scelta o di cambiamento. E’ un intervento che utilizza varie metodologie mutuate da diversi orientamenti teorici. Si rivolge al singolo, alle famiglie, a gruppi e istituzioni. Il counseling può essere erogato in vari ambiti, quali privato, sociale, scolastico, sanitario, aziendale. ” Definizione dell’attività di counseling di AssoCounseling approvata dall’Assemblea dei soci in data 2 aprile 2011

In questa ottica il Counseling è “care not cure” , è “prendersi cura non curare”, è ricondurre l’altra persona al suo progetto esistenziale accompagnandolo a ritrovare le sue risorse momentaneamente sommerse.

“Punto focale è l’individuo, non il problema. Lo scopo non è quello di risolvere un problema particolare, ma di aiutare l’individuo a crescere perché possa affrontare sia il problema attuale, sia quelli successivi in maniera più integrataCarl Rogers

Partendo e avendo bene in mente ciò il Mandala è un ottimo mezzo per «prendersi cura» . Esso ha la capacità di «portare fuori» tramite colori e forme quello che nel momento in cui lo facciamo occupa il nostro spazio interiore, dandoci la possibilità di vederlo e quindi poterlo esplorare.

Lavorare con il Mandala ci da’ l’opportunità di sciogliere i nodi che creano tensione nella nostra vita, impedendo a quell’energia, fonte di benessere, di fluire liberamente. E’ entrare in contatto con le nostre Ombre, riconoscendo che esse sono fatte di luce riflessa, accogliendo e integrando la loro funzione in un Tutto non più diviso.

I 12 step del Mandala-Evolutivo© sono un ripercorrere la nostra storia, riconoscendo le possibilità di crescita racchiuse in ogni passo.

E’ un viaggio di immersione in noi stessi per recuperare quei tesori dimenticati che diventeranno mezzi attivi per la realizzazione della nostra completezza.

In una relazione d’aiuto il Mandala-Evolutivo© diventa il tracciato su cui srotolare il filo aggrovigliato portato dal nostro cliente, accompagnandolo nel suo ritorno a se stesso. Esso diviene lo specchio dove il cliente si riflette, di volta in volta, affrontando le sue «prove».

E in questa ottica diventa «cammino iniziatico» nelle profondità si sé,tramite sé stessi,verso il Sé. Un cammino progressivo che significa anche denudarsi di tutto quello che non è per poter ESSERE realmente quello che si E’.